La ricerca artistica ha come costante una tensione poetica che guarda nell’uomo, a volte con ironia per colmare l’abisso che c’è in lui. Nelle opere di Massimo Ruiu c’è sempre qualcosa che non c’é. Nel ciclo delle “Ombre assolute”, avviato nel ’97,”Galleria Pino Casagrande”, immagini fotografiche sono forate da nere cavità d’assetto geometrico, capaci di inghiottire lo sguardo. In quei “buchi neri” l’immagine implode, tracolla e naufraga in se stessa, in una frana delle percezioni che è tutta interna all’immagine. Eppure l’immagine è sempre lì. Cosa succede? Nel dittico fotografico “7 minuti prima/7 minuti dopo” il non-evento è dentro l’evento. Nel video “Secondo tempo”, fisso per ben 200 minuti su tale scritta, il primo tempo è un non-tempo che sostiene come un piedistallo invisibile la nozione di tempo.(”Secondo Tempo”Palazzo Pascali, Polignano,2003) Nel ciclo delle opere dedicate ai pesci è messa in scena la negazione della Storia attraverso parole sottratte e custodite dal mutismo degli abitatori del mare (“Doppiomare” st. Fedele, Monopoli 2006, “Le parole illuminate dei pesci” Vedetta della Marina,Giovinazzo 2008, MAR NERO , Casa vuota Roma 2018, Le parole e i pesci. Castello angioino di Mola di Bari 2019, Pesci sognanti, dipinti, perduti. Gallera Cervo Volante, Bassano in Teverina VT 2022).
Nei quadri/reliquari contenenti la cenere di libri (1996), la pagina non muore, si polverizza in idea. E’ tutto un procedere per negazioni affermative, per vuoti che riempiono e finitezze forate d’infinito. L’assenza, la reticenza, il non-dire: sono i grimaldelli per rendere “assoluta” l’opera relativa, per completarla col suo lato “non”, E se la parte più viva dell’immagine fosse il suo cuore cavo? Se la sua parte più vera fosse la sua parte più nera? Massimo Ruiu, , rivolge la sua innata vena poetica alla definizione esatta di icone del non-essere fino all’ultima deriva dove i pesci, accompagnati da lavagne parlanti, evocano in ambientazioni scolastiche il desiderio di un approdo o la nostalgia di un naufragio.(Ossimori,Museo delle genti d’Abruzzo PE 2019, KM. 0 Galleria Gigi Rigliaco Galatina (Le) 2020 Nell’era dell’iper-immagine Ruiu inventa l’anti-immagine delle “Ombre assolute”, nella stagione del “troppo” medita sul “meno”, sui lati in ombra, invisibili solo ai ciechi.(G.Gigliotti). Nel 2011 pertecipa alla Biennale di Venezia con l’opera “@” realizzata con 100 chiocciole, da qui sviluppa un ciclo di opere realizzate con chiocciole in letargo che aprono ad una riflessione sulla diversa percezione del tempo umano e quello naturale.
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