Alberto Timossi (Napoli 1965), intende la scultura come intervento nello spazio urbano e installazione ambientale. Formatosi all’Accademia di scultura di Carrara, dopo aver lavorato la pietra, partecipando a simposi (fra gli altri il “Wei-hai International Sculpture Competition”,Cina, 1993, e il Simposio Internazionale di Horice V Podkrkonosi, Rep. Ceca, 1994) sviluppa una serie di lavori in ferro che espone in varie rassegne e mostre (“Premio Marche”, Mole vanvitelliana, Ancona, 1995; Plaza Gallery, Tokyo, 1997 e 2000, “Periplo della scultura italiana contemporanea 2”, Chiese Rupestri, Matera, 2000; “Giovani artisti all’inizio del nuovo millennio”, Chiostro del Bramante, Roma, 2000; Premio scultura giovani, Accademia nazionale di S. Luca, Roma, 2002).
Negli ultimi anni ha privilegiato la forma del tubo industriale, capace di dialogare con gli spazi interni e esterni degli edifici (“Largo gesto”, Albornoz Palace Hotel, Spoleto, 2003; “Innesti”, Fondazione Pastificio Cerere, Roma, 2006; “Parti del discorso”, Galleria Tralevolte, Roma e Musma, Museo della Scultura, Matera, 2008) ma anche di proporsi come elemento strutturale a sé immerso nella natura (Beelden in Gees, Olanda, 2015 e Bad Ragartz, 6° Triennale di Scultura, Svizzera, 2015). Nel 2013 ha tenuto una personale nella Collezione Manzù di Ardea, intitolata “Flussi”, e nel 2014 ha dialogato con le strutture medievali del palazzo dei Consoli di Gubbio nella personale “Flussi: il rosso, il giallo”. E’ stato presente alle prime tre edizioni della Biennale di Scultura di Piazzola sul Brenta (2013-15-17) sempre cercando il dialogo con lo spazio aperto, l’acqua dei canali e l’architettura storica.
Sue opere sono conservate nel Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova e al Musma di Matera, mentre sculture ambientali sono presenti al MAAM di Roma (2014), ad “Arte nell’orto” di Frascati (2015) e al DIF di Formello (2016), nonché al Museo dei Bocs Art di Cosenza (2017).
Fra le ultime esposizioni: “Dissonanze” (con Monica Pennazzi) presso i Magazzini Artistici Pennazzi di Ancona; “Bosco rosso” (con Tiziana Cera Rosco) presso la galleria Curva Pura di Roma (entrambe nel 2018); “33 Stelline” presso il Palazzo della cultura di Reggio Calabria e “Pezzi unici” nella Galleria Gallerati di Roma (entrambe nel 2020).
Sue sculture sono presenti nel parco SIC, Sculture in Campo, di Bassano in Teverina (“Flusso”, 2015) e nell’Aia piccola di Alberobello (“Tiptoe”, 2018), dove, a seguito della partecipazione all’Apulia Land Art Festival, nella nascente collezione d’arte contemporanea della Casa Rossa di Alberobello colloca anche l’opera “Virgola rossa” nata come intervento ambientale. Nel 2018 partecipa anche al Festival di Castelnuovo Fotografia e alla Biennale di Viterbo (2018 e 2020).
Negli ultimi anni dedica grande attenzione ai temi legati all’ambiente che muta, realizzando installazioni ambientali di grandi dimensioni, (“Illusione”, Cave Michelangelo, Carrara, 2015; “Spilli”, Lago ex Snia, Roma, 2018) e al cambiamento climatico (“Fata Morgana/dentro l’antropocene”, Lago del Rock Glacier del Col d’Olen, Gressoney La Trinité, 2017; “Fata Morgana/la fonte sospesa”, Fontana della Minerva, Sapienza Università di Roma, 2018; “In memoria, Pietre nere per il Lago Sofia”, Ghiacciaio del Calderone, Gran Sasso d’Italia, 2018).
Nel 2019 effettua una residenza nel Macro Asilo a Roma e partecipa alla collettiva “Avvistamenti” nel Castello medievale di Montechiarugolo (Parma).
Un nuovo intervento ambientale intitolato “Segnacoli” è stato realizzato all’interno della vasca sacra del Kothon, realizzata dai fenici nel corso del VII secolo a. C., nell’area archeologica dell’Isola di Mozia, in Sicilia, su invito della Missione archeologica a cura dell’Università La Sapienza di Roma. L’esperienza di “Segnacoli” è stata riproposta nella mostra personale “Levitas” alla galleria Gallerati di Roma (dicembre 2019 – gennaio 2020).
Nel 2020 ha installato le sculture ambientali “Altrobosco” nel Sentiero d’arte Langhirano Torrechiara (Parma) e “Cinque Passi” nel Monastero d Siloe (Grosseto).